C'è chi nega che nell'Islam si veneri quella sorta di Trinità cristiana impersonata dal Padre, dal Figlio e dalla Madonna e chi sostiene il contrario, magari precisando che, "se non lo affermano i teologi, lo crede il popolino".
Vox populi, vox Dei. Del resto, anche al più "puro monoteismo" (in arabo, al-ikhlâs, che è il titolo della sura CXII) potrebbe non far difetto la fede simultanea nell'unità e nella molteplicità del divino, quest'ultima potendo esser altresì rappresentata dai novantanove nomi di Allah. Comunque sia, circa la Madonna, perfino Dante definisce il volto della Vergine "la faccia che a Cristo più si somiglia" (Paradiso, XXXII, 85-86).
Certo, somiglianza non è identità. Eppure, come Gesù è simboleggiato dal sole (un sol sia astrologico che musicale, come già detto altrove), così Maria lo è dalla luna. E ciò, a voler prescindere sia dall'immagine apocalittica (XII, 1) della "donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo" che dall'iconografia tradizionale, che raffigura Gesù (clavis David et sceptrum domus Israel) con le sembianze androgine di un Giano che impugna con la destra lo scettro e con la sinistra la chiave,* ovvero che incarna il passato ed il futuro (l'inizio e la fine, l'alfa e l'omega, la janua coeli del giusto e la janua inferi del dannato).



* L'immagine accanto è abbastanza anomala, perché la chiave (vale a dire «la facoltà di sciogliere e di legare») compete all'autorità spirituale e simbolicamente maschile (ovvero destra, in questo caso espressa dalla barba), mentre lo scettro pertiene al potere temporale, simbolicamente femminile e connesso alla sinistra. Ma l'intenzione è palesemente quella di porre in risalto l'androginia anagogica del simbolo lunisolare, equivalente a quella del Rebis ermetico. Del resto si tratta della stessa incongruenza del Cantico dei Cantici, che vede l'Amata «terribile come un esercito schierato», come un'amazzone, una valchiria, una vichinga (vedi) o una semplice pulzella (vedi, magari letteralmente d'arco - vedi - o - vedi - no) e l'Amato provvisto di «mammelle più inebrianti del vino».




S'è accennato ai segni zodiacali. Orbene, premesso come la compresenza di mascolinità e di femminilità appaia necessaria solo nel singolo, e non nel doppio rappresentato dalla Madre e dal Figlio, a proposito di segni zodiacali va detto che alla solarità del Cristo si confanno di più i segni dispari ed alla lunarità della Vergine si addicono maggiormente i segni pari, femminili. Dall'omonimo sesto, che La vede contegnosa, umile e schiva fino a desiderare l'oblìo di se stessa (Corano, XIX, 23) a quello lunare per eccellenza, il Cancro della memoria e della famiglia, della tradizione serbata intatta e dell'osservanza dei retti costumi,* dell'utero femminile e dell'«Uovo del mondo» e, ancora, dal Toro/Vacca della suzione e dell'allattamento al simbolo cristiano per eccellenza dei Pesci, è un continuo sgranare le stesse litanie.
Per non allungare troppo questo articolo, ci fermiamo qui. Ma l'allusione alle litanìe costringe, visto che s'è attribuita al Salvatore l'espressione «janua coeli», a citare anche gli attributi mariani Turris eburnea e Virgo potens, nonché Castrorum acies ordinata e Favus distillans (dalle lauretane i primi e da quelle «ex Sacra Scriptura depromptae» i secondi), perché, come Favus distillans sottintende la cornucopia del Capricorno, così Turris eburnea, Virgo potens e Castrorum acies ordinata richiamano alla mente la spada di Marte e la disfatta finale dello Scorpione.


* Si confronti la risposta evangelica all'annuncio della divina gravidanza - "com'è possibile ciò, se non conosco uomo?" (Luca, I, 34) - con l'anna yakunu li ghulamun walam yamsasni basharun walam aku baghiyyan coranico (XIX, 20), che, senza la chiosa successiva "e non son davvero una spudorata", ne è la traduzione letterale. Entrambi i testi sacri, inoltre, si soffermano sull'integrità e sulla rettitudine della famiglia d'origine di Maria. Ma la concordanza delle formule utilizzate da cristiani e musulmani, nei confronti della Vergine, va ben oltre: si pensi solo al nostro benedicta in mulieribus ed al "prescelta tra le donne [d'ogni tempo e] d'ogni nazione" (Corano, III, 42).